Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
In sintesi
I libri che ho pubblicato sono:
Racconti su Rivista:
Nel dettaglio
Le cose sono andate più o meno così. Ho scritto due raccolte di racconti a occhi chiusi, senza sapere con precisione quale metodo o regola stessi seguendo. Ne conoscevo una sola: questo racconto funziona o non funziona? Troppo generica come regola, lo ammetto, ma non disponevo d’altro. Ne venivano fuori storie dilatate, quasi dei brevi romanzi, oppure storie brevissime, di una pagina, due al massimo. Potevano essere storie senza dialoghi, oppure tutte discorsi in ambienti chiusi. Insomma, non conoscevo mezze misure. Poi, proprio mentre stavo iniziando a comprendere quelle stesse regole che più o meno consapevolmente mi ero dato e che seguivo da tempo, ho abbandonato il genere per scrivere un romanzo. Ci sono volute cinque riscritture e un paio di anni di lavoro, ma alla fine è venuta fuori un’opera compiuta. Non pago, mi sono gettato su di un’altra idea che da tempo mi faceva compagnia e così ne è venuto fuori un secondo romanzo, anzi un abbozzo di romanzo. Tale è rimasto, perché mentre lo scrivevo e mano a mano che andavo avanti, mi rendevo sempre più conto che per poterlo scrivere come veramente volevo dovevo prima impegnarmi in un lavoro più circoscritto, a suo modo propedeutico. Un lavoro per affinare e/o creare qualche strumento che si era rivelato necessario. Così è nata una terza raccolta di racconti. Come le altre cose che avevo scritto in precedenza, anche questa è piaciuta ad un editore ed è diventata un libro.
Ringraziare (DelosDigital, 2019) segue alcuni giorni di vita di Samuele Muscarà, un ventiseienne che dopo esser diventato padre deve rinunciare al sogno di diventare professore e mettersi a lavorare per poter mantenere la famiglia. Sammy ha un sogno, però – mollare tutto e andare a vivere lontano. Il suo piano si regge su di un patto stretto col padre, ma qualcosa va storto. Passando per aggressioni e minacce, frequentazioni non proprio raccomandabili e armi dal dubbio potenziale offensivo, Sammy dovrà compiere un lungo percorso svelando un intrico di legami emotivi distorti. E tutto per tornare, in qualche modo, al punto di partenza…
Rovesci (Nulla Die Edizioni, 2018) è una raccolta di nove racconti tutti diversi fra loro per impostazione, stile narrativo e caratterizzazione dei personaggi, eppure attraversati da un filo conduttore che ne giustifica la raccolta sotto un medesimo titolo. Il termine rovesci, nelle sue diverse accezioni, assurge a denominatore comune delle diverse storie proposte. Rovescio, rovesciare o essere alla rovescia, sono tutte espressioni che indicano posizione o andamento contrario a quello consueto, così come il rovescio di un evento o di una sorte che pareva segnata; ma possono – queste parole – essere intese anche nel senso del rovesciarsi di qualcosa e, quindi, dell’andar sprecato, del dissipare; e ancora, possono rimandare all’idea di una brusca svolta che imprime una nuova direzione e che permette di guardar dietro l’angolo, lì dove lo sguardo non era caduto prima. La raccolta si apre con il racconto dal titolo L’ospite, che ha al centro il tema dell’incontro con l’altro, la profonda ambivalenza da cui è segnato, il carico di diffidenza e ostilità, se non di odio, che comporta tale esperienza. La tematica dell’incontro, anche se in una diversa accezione ed in un diverso contesto, viene affrontata in Bellissimi, dove il problema della relazione autentica (qui fra un uomo ed una donna sposati) si salda al tema della mortalità e ruota intorno alla contraddittoria richiesta di questa donna al marito: “sposami”, chiede questa donna al marito. Due dei racconti prendono le mosse dalle vicende di adolescenti diversi per estrazione sociale, ma accomunati da uno stesso spaesamento. Nel primo, Dario Hulazowski, un ragazzo orfano di madre deve occuparsi di sé e della sorella, e, su tutto, difendersi da un padre brutale; nel secondo, Wendy, tutto ruota intorno ad una bambola gonfiabile che si materializza nei bagni di una scuola. Una luce purissima, Frollo & Freiban e Trascen-dance raccontano dei fallimenti e del tentativo di risollevarsi di tre uomini. Il primo, perso nel disperato tentativo di ricostruire la propria vita dopo la morte della figlia; il secondo, invece, abbandona la propria famiglia per inseguire una donna che non lo ricambia; il terzo, invece, un uomo che apre il garage di casa a tutti gli schizzati del quartiere nella speranza di poter, tutti insieme ed attraverso la danza, trovare sollievo da un disagio di cui non riesce a spiegare l’origine. Un discorso a parte meritano forse Lazar e Continua a scavare. Lazar trae spunto dal celebre episodio biblico in cui si narra della morte e della resurrezione di Lazzaro di Betania; Continua a scavare, che viene collocato alla fine in quanto ideale sintesi dei temi trattati nelle storie che lo precedono, ha al centro Achille Reho, fruttivendolo in convalescenza che si lancia nel mondo sulla sua sedia a rotelle per andare a cercare una donna ed un bambino che non vede da troppo tempo. Intorno alla sua ricerca, però, ruotano delle vite che lui non vuole prendere in considerazione e di cui non vuole farsi carico, almeno fino a quando la sua ricerca non fallisce miseramente, restituendolo alla miseria della condizione di una moglie umiliata e tradita, di un padre vecchio e disorientato, di un fratello in difficoltà, di un figlio che ha disperato bisogno di una parola da parte di un padre che, invece, sembra incapace di parlare. Per leggere qualcosa in più su Rovesci QUI ci sono altri post dedicati.
Cinque racconti, cinque spaccati di vita, cinque finestre aperte su altrettante realtà. I protagonisti de “Il posto di ciascuno” (Officine Editoriali, 2013), vengono chiamati ad affrontare inferni domestici, sociali e personali, lì dove non è più possibile rimandare o delegare ad altri. I due fratelli, i cui ruoli vengono a capovolgersi dopo il tentativo di suicidio di uno dei due. Le vicissitudini di Leo Majol, giovane impiegato che non è più in grado di tenere insieme vita reale e fantasmi interiori. Salvatore Tartaro, un falegname che, messo in ginocchio da un’amputazione, non riesce a far fronte ad un passato che si ripresenta più feroce che mai. Lia e Lea, l’isolamento di una madre dopo la scomparsa della prima figlia, a scapito degli altri. Una barchetta di legno per decenni lasciata al centro di un giardino e fatta a pezzi dal padre. Una domenica Michele, un adolescente perso nella cura dei fratelli, negli interrogatori della madre, nelle ambigue lusinghe del padre, costretto a mediare situazioni più grandi di lui. Mantenendo un equilibrio fra realismo e dimensione fantastica, “Il posto di ciascuno” rappresenta il conflitto fra individuo e famiglia, la prevaricazione dei genitori sui figli. La ricerca di un posto nel mondo, nonostante tutto, l’emancipazione dal passato, la costruzione di una condizione migliore sono i temi portanti di questa raccolta di racconti, laddove i genitori hanno irrimediabilmente fallito. Clicca qui per leggere gli Incipit dei racconti
Infinita perturbazione (Officine Editoriali, 2014) è una raccolta di sette racconti crudi e spietati sulle mille sfaccettature della condizione umana. Nei primi racconti la condizione di discriminazione, seppur mal tollerata, diventa rassegnazione mentre nei successivi i protagonisti tentano di scoprire un lato comico, seppur tragico, della loro vita, peraltro riuscendo malamente nell’intento. Il settimo ed ultimo racconto, che dà il titolo all’ebook, è di più ampio respiro. Bruno Spes, quarantaquattrenne impiegato nel recupero crediti, galleggia sulla superficie della vita e affronta il mondo mostrando le vene del collo e della fronte, risultato di anni di palestra che gli hanno insegnato ad imporsi. Ma quando il figlio più piccolo scompare, si rende conto di non conoscere la sua famiglia, la moglie e i figli, e il problema alla vista che gli filtra il mondo attraverso un fitto schermo di pioggia che vede solo lui lo ha isolato sempre di più. Comprende che deve essere lui a riportare a casa il ragazzo e ad infondergli fiducia. Con lo stile conciso che lo contraddistingue, Tommaso Aramaico mescola generi diversi continuando ad indagare in quel complesso coacervo di emozioni che è il rapporto padre/figlio. Clicca qui per leggere gli Incipit dei racconti…
Un capitolo a parte sono le collaborazioni
Nemmeno una rana è l’ep. 18 di Ordinaria follia – La serie di Offline – qui.
Il quarto numero de L’Elzeviro, intitolato Fine. Hic dolor tibi proderit olim ospita il mio racconto Articolo 602. Lo si può leggere da qui.
SPLIT, la rivista on-line di Pidgin edizioni è uscito un mio lungo racconto intitolato Cronaca di un desiderio. La storia è quella di un ragazzo in balia di Medea, una coetanea problematica che incombe per anni sulle sue giornate e le sue scelte. Lo si può leggere qui.
Sul quarto numero di Clean Rivista è uscito Piscialletto. Il racconto è in realtà una sorta di monologo interiore di un padre che rivede se stesso nelle difficoltà del figlio. Il racconto è racconto di specchi inclinati e incrinati – che non permettono una vera visione delle cose. Lo si può leggere qui.
Efemera è una rivista di racconti e fotografie. Le cose che pubblica hanno una scadenza, un ciclo vitale assai breve, tipo venti giorni. E dopo? Semplicemente svaniscono. L’idea mi è piaciuta da subito e così ho deciso di partecipare alla call per il loro primo numero a tema stasi – come spesso mi accade, avevo un foglietto con un appunto su di una scena che tempo prima mi era capitato di vedere in una piscina, così è venuto fuori Il bambino sott’acqua. Per chi volesse leggerlo, sempre che non sia già svanito, è nel primo numero della rivista, che può essere scaricato in diversi formati o acquistato in versione cartacea. Tutto da qui.
Dopo un primo incontro con la pubblicazione di Stop è iniziata una bella collaborazione con la redazione di Offline. Mi è stato proposto di partecipare ad una scrittura a più mani. La materia prima su cui lavorare? Un paese, cinque personaggi e una strana pioggia di rane di cui nessuno riesce a spiegare l’origine. Ho subito accettato la sfida. Il mio personaggio, quello che io porto avanti, si chiama Nina. Sì, una donna. Per giunta madre. A fine dicembre 2019 esce il mio contributo, Via da questo posto, il tredicesimo episodio della Serie di Offline. Per chi volesse leggerlo non deve far altro che cliccare (qui).
C’era un racconto che avevo abbozzato molto tempo fa e che aspettava l’occasione per trovare la sua forma definitiva. L’occasione è arrivata quando mi sono imbattuto nel bel progetto della rivista Offline. Dopo aver letto uno dei loro numeri, non ho aspettato un momento di più e ho pensato di proporre loro il racconto in questione, intitolato Stop. Dentro ci sono un incrocio e quattro persone al volante – abbastanza per tirarne fuori una storia. Per chi lo volesse leggere può scaricare (qui) Offline n.5.
Il mio racconto Più di una semplice fotofobia è stato selezionato fra i vincitori del concorso Lumiére racconti promosso dal giustamente (ma ancora non abbastanza) noto Paolo Zardi (di cui, fra tutte le notevoli cose che ha scritto, ho apprezzato in modo particolare Il signor Bovary). Il tema centrale del concorso era la Luce, in tutte le accezioni possibili. Per chi volesse leggerlo, lo trova (qui).
stay calm within the chaos
Un piccolo giro nel mio mondo spelacchiato.
Un po' al di qua e un po' al di là del limite
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
“Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io", Michel De Montaigne
«La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.» (Antonio Tabucchi)
Pssst, Tommaso, mi sono digitalizzata anch’io, da poco, da pochissimo (che esperienza! per un’amante della carta come me!), ma non dirlo a nessuno, eh?! 😉 Vorrei leggere la raccolta Il posto di ciascuno, ma anche questo non dirlo a nessuno, che rimanga un segreto tra noi 😉 🙂
Ti risponderò anche io con un filo di voce. Difficile, da principio, leggere rinunciando alla carta, ma poi, che dire, l’esperienza ri-paga. Con tono ancor più basso: ma che dici? Trovi tu il tempo per scendere fra i comuni mortali? L’idea stessa mi onora/delizia…
P.s. Questa volta ad alta voce. Grazie per il messaggio che con garbo parla direttamente alle mie idiosincrasie…