Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
Ricorrono, minuto più minuto meno, i due anni dall’uscita di Rovesci (Nulla Die Edizioni). Ho già dedicato diversi post per presentare questa raccolta di racconti (qui), dunque oggi pensavo di limitarmi a mettere insieme e a proporre le istantanee degli incipit. Tipo foto di compleanno. È un modo per tenere a mente a che punto sono arrivato nella mia capacità di tradurre immagini in parole, ma anche di mettere le immagini, o scene, una accanto all’altra in modo sensato. Lo ammetto, non mi paiono così invecchiati questi racconti, anzi. Ma il mio occhio è viziato. Si sa, la lunga frequentazione e la cura che si mette nelle cose portano troppo spesso e inevitabilmente a non cogliere i difetti del proprio operato a favore dei pregi che al contrario si crede di rinvenirvi. In questo senso essere affezionati coincide col subire un’affezione, un ottundimento, con tutti i risvolti negativi che questo comporta. Tant’è. Li propongo, questi incipit, come fossero delle miniature. Al primo sguardo non dicono nulla. Per vederci chiaro bisogna volerlo. I racconti sono nove, dunque nove istantanee…
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
“Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io", Michel De Montaigne
«La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.» (Antonio Tabucchi)
scrittore in Milano, Mondo
ΟYΤΩΣ AΤΑΛΑIΠΩΡΟΣ ΤΟIΣ ΠΟΛΛΟIΣ H ΖHΤΗΣΙΣ ΤHΣ AΛΗΘΕIΑΣ, ΚΑI EΠI ΤA EΤΟIΜΑ ΜAΛΛΟΝ ΤΡEΠΟΝΤΑΙ. «Così poco faticosa è per i più la ricerca della verità e molti si volgono volentieri verso ciò che è più a portata di mano». (Thuc. I 20, 3)
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