Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
Ipnotizzato dallo schermo della televisione, gli occhi fissi sul nastro tutto lettere e cifre e numeri e percentuali.
Quanti giorni sono che tiene gli occhi puntati su tutti quei numeri?
Non lo sa. Cioè, lo sa benissimo, solo che il tempo del calendario e dell’orologio alla parete non misura il tempo azzoppato che arranca in lui.
I bambini urlano. Animali in gabbia. Loro sorridono e urlano e fanno tremare il palazzo. Che tremi, pensa Ian.
Oltre la porta finestra accostata irrompono suoni confusi. Tutti offrono la loro musica, esplodono inni, applausi. I bambini ballano. La musica esplode dalle case tutte intorno, nel quartiere popolare in cui Ian vive. La musica e i canti stonati attraversano le strade deserte, l’aria fresca, mentre il sole lento scende, andando a nascondersi oltre l’orizzonte fatto di tetti ed antenne.
Povero Ian, che con la sua testa non sa più dire. Povero Ian, lo stesso Ian che ha sempre la bocca piena di chiacchiere, la testa piena di pensieri. Povero Ian, che sente la gente salutarsi dalle finestre, che alza la voce e ride. Povero Ian, con le sue categorie che sembrano d’un tratto inutili. Povero Ian, che vorrebbe tanto attraversare le file dei banchi e tornare a guardare negli occhi i suoi ragazzi. E ripensa alle sue categorie. Spazzate via dall’invisibile.
Povero Ian, mentre la moglie si affaccia alla porta del suo studio e da lontano lo guarda.
Povero Ian, mentre il figlio più grande gli chiede quando potranno andare a pesca.
Povero Ian, mentre il figlio più piccolo gli chiede di portarlo al parco.
Povero Ian, mentre guarda i fogli e i libri e gli appunti che ricoprono la sua scrivania, senza trovare una sola idea passabile.
La vecchia che sta nel palazzo di fronte al suo esce fuori, nel terrazzino curato. Batte le mani guardando da tutte le parte, divorando suoni e voci e rumori e sagome dalle finestre e balconi.
Eccola, nella sua saggezza la può vedere…è la vita che esplode tutta intorno.
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
“Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io", Michel De Montaigne
«La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.» (Antonio Tabucchi)
scrittore in Milano, Mondo
ΟYΤΩΣ AΤΑΛΑIΠΩΡΟΣ ΤΟIΣ ΠΟΛΛΟIΣ H ΖHΤΗΣΙΣ ΤHΣ AΛΗΘΕIΑΣ, ΚΑI EΠI ΤA EΤΟIΜΑ ΜAΛΛΟΝ ΤΡEΠΟΝΤΑΙ. «Così poco faticosa è per i più la ricerca della verità e molti si volgono volentieri verso ciò che è più a portata di mano». (Thuc. I 20, 3)
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Ma non sono riuiscita ad avre efemera. Non è arrivato. Immagino di averlo perso?
Grazie Ivana. Per quanto concerne la rivista, il cartaceo è su Amazon, altrimenti sul sito della rivista è scaricabile gratuitamente il pdf o il file per kindle
Infatti. Io l’ho ordinato su Amazon, ma non ho avuto riscontro mail e non è arrivato.
Proverò a scaricare