Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
Il quinto numero della Rivista Offline ospita Stop, un mio racconto. Per chi volesse leggerlo, può scaricare il numero QUI. Ci sono un incrocio e quattro persone al volante – abbastanza per tirarne fuori una storia.
STORIE SELVATICHE DI FIABE, MITI E TESTI SACRI CHE APRONO LE PORTE ALLA RICCHEZZA
Il mondo nel quale siamo nati è brutale e crudele, e al tempo stesso di una divina bellezza. Dipende dal nostro temperamento credere che cosa prevalga: il significato, o l'assenza di significato. (Carl Gustav Jung)
Blog della Biblioteca di Filosofia, Università degli studi di Milano
Un piccolo giro nel mio mondo spelacchiato.
Un po' al di qua e un po' al di là del limite
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
La presentazione del racconto dice che narri del malessere strisciante dei quattro protagonisti fermi ad un crocio. Io direi che sono cinque se si considera che il “Primogenito ” invade l’ultima scena e la fa da padrone sulle sindromi di quei poveri adulti, ruderi di una società logora e vecchia.
Bel racconto interessante per le figure che hai tratteggiato e per la capacità con cui hai tessuto i casi della loro vita.
Grazie per l’apprezzamento. Effettivamente sì, personaggio muto, rappresentante della norma “acefala”, quel “primogenito”, come tu puntualmente lo definisci, è un già dato, una sorta di a priori che articola tristi destini.
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