Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
Siamo vicini, Signore,
vicini e afferrabili.
Già afferrati, Signore,
l’uno nelle grinfie dell’altro, come fosse
il corpo di ognuno di noi
il tuo corpo, Signore.
Prega, Signore
accanto a noi prega
siamo vicini.
A sghimbescio andavamo
andavamo per chinarci
verso conca e cratere.
All’abbeveratoio andavamo, Signore.
Era sangue, era
ciò che tu hai sparso, Signore.
Riluceva.
E ci mandava la tua immagine negli occhi. Signore.
Occhi e bocca così aperti e vuoti, Signore.
Noi abbiamo bevuto, Signore.
Il sangue e l’immagine che era nel sangue, Signore.
Prega, Signore
siamo vicini.
Dall’introduzione ad Hans Jonas, il concetto di Dio dopo Auschwitz.
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
“Faccio dire agli altri quello che non so dire bene io", Michel De Montaigne
«La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.» (Antonio Tabucchi)
scrittore in Milano, Mondo
ΟYΤΩΣ AΤΑΛΑIΠΩΡΟΣ ΤΟIΣ ΠΟΛΛΟIΣ H ΖHΤΗΣΙΣ ΤHΣ AΛΗΘΕIΑΣ, ΚΑI EΠI ΤA EΤΟIΜΑ ΜAΛΛΟΝ ΤΡEΠΟΝΤΑΙ. «Così poco faticosa è per i più la ricerca della verità e molti si volgono volentieri verso ciò che è più a portata di mano». (Thuc. I 20, 3)
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