Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
– Ah, vedo che stai leggendo Il principio passione di Mancuso.
– Beh, già letto…lo sto leggendo nuovamente.
– Addirittura! C’è qualcosa che non ti convince?
– No, no, Mancuso è rigoroso, brillante…
– Però?
– Però, come dire, no, no, è bella questa storia di un Dio democratico, liberale, e anche il fatto di non ricondurre il problema del male al peccato originale, così come il tentativo di pensare la creazione come qualcosa di incompiuto e, al tempo stesso, in movimento verso il bene, la forma, la perfezione, verso una sempre maggiore organizzazione…
– Però?
– No, anche l’idea del confronto con la scienza, la biologia, la fisica…
– Però?
– No, no, tutta la storia del logos e del caos e del loro rapporto all’insegna della passione…l’idea della tensione fra questi due poli e della passione come residuo di una vita che si dà, per principio, come contraddittoria…
– Però?
– No, niente, anche Dio e la sua relazione col mondo è…
– Parla.
– Si, è bello intendere tale rapporto non come dipendenza assoluta della creatura dal Creatore, ma come relazione, per quanto inevitabilmente asimmetrica…
– E allora?
– Ecco, è che Dio pare svuotato di capacità, competenze e conoscenze…mi pare che dietro l’etichetta di teologia liberale si possa scorgere un ultimo, disperato tentativo di salvare Dio dall’essere definitivamente abbandonato…
– Non ti capisco!
– Si, pare venirne fuori la descrizione di un vecchietto…
– Un vecchietto?
– Si, pare di sentire qualcuno che ti chiede di guardarlo e prenderlo per quello che è…un buon vecchio tutto traballante, senza forza e volontà, un poco annebbiato…un buon vecchio che non fa male a nessuno…lasciamolo stare, è innocuo…ecco cosa mi pare di sentire…
– Non ti capisco.
– Un Dio debole…
– Un Dio che è amore…
– Un Dio che può essere abbandonato…
– Un Dio il cui lavorio è passione…
– Un Dio che non impera , né comanda…
– Un Dio in attesa, che trae ispirazione ed energia al di fuori di sé…
– Debole, appunto…
– Innamorato…
– Innamorato?
– Si, di te, di me, della creazione. Innamorato e pieno di passione e quindi pieno di forze…
– Dunque potente?
– Già, potente d’una potenza tutta particolare, che viene dal bisogno.
– Come?
– Si, il più che viene dal meno, l’abbondanza dalla povertà…
– Incredibile…
– E quindi?
– Non so…
– Però?
– Sono turbato.
– Io non posso convincere te, così come tu non puoi farlo con me…
– E allora?
– Nulla.
– Si, nulla.
STORIE SELVATICHE DI FIABE, MITI E TESTI SACRI CHE APRONO LE PORTE ALLA RICCHEZZA
Il mondo nel quale siamo nati è brutale e crudele, e al tempo stesso di una divina bellezza. Dipende dal nostro temperamento credere che cosa prevalga: il significato, o l'assenza di significato. (Carl Gustav Jung)
Blog della Biblioteca di Filosofia, Università degli studi di Milano
Un piccolo giro nel mio mondo spelacchiato.
Un po' al di qua e un po' al di là del limite
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori