Tommaso Aramaico

Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.

Dialoghi #8

Sono appena riuscito a tirarmi in piedi. Mi sento ancora stordito. A terra c’è ancora il piccolo vassoio con otto Mignon incartati. Due con la cioccolata, due con la crema, due alla panna, due cassatine. La carta è stracciata e macchiata. Il tipo che mi ha aggredito deve aver pestato quello che doveva essere uno sfizio da accompagnare ad una tisana. Sono sicuro che mia moglie è in cucina, aspettando il mio ritorno per mettere l’acqua sul fuoco.

Mentre camminavo tutto tranquillo e pacifico, un tipo mi affianca.

–          Hai da accendere?

–          Non fumo, ho risposto sorridendo.

–          Non ti ho chiesto se fumi, ma solo se hai da accendere.

Il tipo non sembrava pericoloso, però era certamente di cattivo umore. Mi sono fermato, interdetto. Il vassoio sulla mano.

–          Magari hai da accendere, ha insistito lo sconosciuto.

–          Non fumo, ho ribadito.

–          Magari l’accendino ce l’hai, con quelle paste.

–          Non capisco.

–          Vai ad un compleanno, forse hai l’accendino per le candeline.

–          Senta, non ho tempo da perdere, ed ho ripreso la mia strada.

Subito dopo il mondo ha iniziato a vacillare. Ho ripreso conoscenza esattamente nel punto dove avevo tentato di mettere fine alla conversazione con lo sconosciuto. Non devono essere passati più di cinque minuti. Nessuno si è ancora avvicinato per sapere come mi sia accaduto. Che sia stata colpa mia? Con quel non fumo e con quel non ho tempo da perdere devo aver offeso lo sconosciuto, che invece, dalle mie parole, era un fastidioso tabagista perditempo. Non so proprio cosa pensare.

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Questa voce è stata pubblicata il dicembre 8, 2013 da con tag .

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