Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
– Che è, scemo?
– No, sordo, e anche muto. È spuntato fuori dal nulla un paio di settimane fa.
– Mhmm.
– Gli diamo qualcosa da mangiare. Lo chiamiamo Senzanome.
– Come?
– Non ha un nome o non lo sa o non è capace a dircelo, probabilmente è mezzo scemo come dici tu, e così noi lo abbiamo chiamato Senzanome.
– Mhmm.
– Già.
– Il suo nome è Senzanome.
– L’hai appena detto.
– Allora ha un nome?
– Si.
– Quindi non è senza nome, se ha un nome.
– Hey amico, dove vuoi arrivare?
– Hai appena detto che ha un nome.
– Già.
– Eppure lo chiamate tutti Senzanome.
– Puoi giurarci.
– Amico mio, prometti di non offenderti.
– Non posso prometterti nulla, però parla.
– Questa è un’aporia, amico.
– Che?
– Insomma, quello un nome ce l’ha o non ce l’ha.
– No, che non ce l’ha, cazzo! È per questo che lo chiamiamo Senzanome.
– Ma se tutti lo chiamate allo stesso modo, allora lui ha un nome e questo nome è Senzanome.
– Non vedo il problema, amico.
– Il problema sta nel fatto che non potete chiamare Senzanome uno che un nome invece ce l’ha.
– E come dovremmo chiamarlo?
– Col suo vero nome, cristo!
– Nessuno di noi lo conosce, questo mi sembrava di avertelo già detto.
– Amico tu hai le idee confuse. Hai detto esplicitamente che tu lo chiami per nome.
– Frena, frena, mi stai mandando il cervello in pappa.
– Ok, scusa.
– Tranquillo.
– No, davvero, scusa, non volevo dirti che eri caduto in un’aporia.
– Scuse accettate.
– Bene, e come facciamo con quello?
– Chi?
– Il sordomuto, lo straniero, l’uomo che è venuto dal nulla, forse da lontano.
– Direi che non me ne frega un emerito cazzo!
– Sicuro?
– Cazzo, amico, non so nemmeno il suo fottuto nome.
– Adesso ti riconosco!
scrittore in Milano, Mondo
«Oὕτως ἀταλαίπωρος τοῖς πολλοῖς ἡ ζήτησις τῆς ἀληθείας, καὶ ἐπὶ τὰ ἑτοῖμα μᾶλλον τρέπονται.» «Così poco faticosa è per i più la ricerca della verità, e a tal punto i più si volgono di preferenza verso ciò che è più a portata di mano». (Tucidide, Storie, I 20, 3)
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di letture e scritture a cura di giulio mozzi
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