Lì dove è pieno di nomi propri, c'è un nome che di nessuno è proprio. Chi l'ha scelto? Chi lo subisce? E perché? Meschino.
Bisogna evitare il rischio di andare a finire fra tutta quella “gente che cerca risposte facili a problemi grossi”, senza capire che nel mondo ci sono un mucchio di cose che devono andare storte e che tutto ciò accade non per una, ma per migliaia di ragioni. Questo è forse il primo e più importante consiglio che ci viene dalla bocca di Nick Corey. Ed è proprio per questo motivo che bisogna evitare di accontentarsi di spiegazioni facili nel tentativo di capire qualcosa di Nick stesso, protagonista di questo incredibile romanzo. Si, Nick Corey è uno sceriffo accomodante e passivo, ed è probabilmente vero che a tirarlo su in quel modo deve aver contribuito un padre che l’ha educato a bastonate. Ed è vero, anzi, verissimo, che Nick, sceriffo della Contea di Potts, la più piccola del Texas e che conta solo 1280 anime, partecipa senza opporre resistenza alcuna alla generale ipocrisia che lo circonda, dimostrandosi del tutto integrato in un ingranaggio fatto di vizi e di piccoli atti di corruzione. Si, è tutto vero, eppure c’è qualcosa di più, qualcosa che eccede. Quella di Nick Corey non è semplice passività. C’è qualcosa di più, di più e di esemplare al tempo stesso. Nick incarna qualcosa che non può essere derubricato a mero cinismo tipico dell’americano medio degli stati del sud. Jim Thompson mette in moto un meccanismo molto più articolato. Va oltre la semplice descrizione e denuncia dei vizi e della miseria morale che gli sta intorno, ingaggiando così qualcosa come una riflessione sul male stesso. Attraverso Nick Corey sembra suggerire qualcosa come l’esistenza di una massima (pervertita) incassata da sempre nell’anima, una tendenza al male che non è il frutto di una scelta, ma parte della natura umana in quanto tale. Qualcosa come un “male radicale”, una tendenza che guida, dirige e determina il nostro agire in molti modi diversi.
Colpo di spugna è un romanzo tutto incentrato sul problema del male e della potenza della parola, su come la realtà possa mutare a seconda del racconto che se ne fa. È un romanzo sulle allusioni e le dicerie che attecchiscono e trovano alimento in quel terreno paludoso che è l’uomo, in quel male radicale cui si accennava un attimo fa e di cui Nick Corey dà prova a più riprese agendo secondo ragioni che non conosce, secondo progetti che non padroneggia e che si rende conto di aver progettato mano a mano che li realizza. Solo in questo senso Nick Corey è lo specchio della depravazione e dei vizi di tutti, perché come tutti desidera infangare gli altri, come tutti è preso dalla brama di sentir parlare male degli altri e di credere che gli altri non siano all’altezza, proprio come ognuno di noi intimamente si sente. La voglia di infangare e la disponibilità di tutti a dar credito a qualsiasi diceria, permette a Nick – e questo per mezzo di poche allusioni buttate lì a casaccio – di mettere fuori gioco Sam Gaddis, il suo avversario per la carica di sceriffo. Ed ecco che la vita si decide a partire dalla capacità o meno di far fronte alle menzogne che ci circondano. In questo universo fatto di inclinazioni egoistiche, dominato da un discorso che non mira alla verità, ma alla semplice sopraffazione per mezzo della diceria, ecco stagliarsi un Dio incomprensibile ed ingiusto, che opera in modo arbitrario e di cui Nick si sente operoso ministro, anche se incapace di comprendere o decidere su nulla.
STORIE SELVATICHE DI FIABE, MITI E TESTI SACRI CHE APRONO LE PORTE ALLA RICCHEZZA
Il mondo nel quale siamo nati è brutale e crudele, e al tempo stesso di una divina bellezza. Dipende dal nostro temperamento credere che cosa prevalga: il significato, o l'assenza di significato. (Carl Gustav Jung)
Blog della Biblioteca di Filosofia, Università degli studi di Milano
Un piccolo giro nel mio mondo spelacchiato.
Un po' al di qua e un po' al di là del limite
Per un romanzo diffuso dell'Antropocene
La vita è l'unica opera d'arte che possediamo.
Recensioni, consigli di lettura e cose da lettori
2 anni fa trovai in libreria il volume “Tutti i racconti western” di Elmore Leonard. Fu una rivelazione: da allora cominciai ad informarmi su questo genere letterario, e ad acquistare molti romanzi appartenenti ad esso. Sono ancor oggi trovabilissimi su ebay a prezzi stracciati. Praticamente te li regalano, perché non hanno mercato. Per me, invece, non hanno prezzo.
Se anche tu vuoi ampliare la tua conoscenza della narrativa western, ti consiglio di cercare in particolare i libri di:
Clay Fisher
Norman Fox
Clair Huffaker
Theodore V. Olsen
Lewis B. Patten
Grazie per il consiglio. In realtà la mia conoscenza della letteratura western è piuttosto limitata. Posso vantare solo la “Trilogia della frontiera” di Cormac McCarthy.
Provai a leggerne il primo libro anni fa, e non andai oltre le prime pagine. Ma tu sembri avere dei gusti letterari simili ai miei e hai letto l’ intera trilogia dalla prima all’ ultima pagina, quindi potrei dare a McCarthy una seconda chance. Grazie per la risposta! : )